Cosa si intende per terapia posizionale per OSAS
Uno dei disturbi del sonno più diffusi a livello globale è quello legato alle apnee ostruttive del sonno (OSAS), un problema da non sottovalutare che va affrontato con l’aiuto di uno specialista prima di incorrere in altre complicazioni. Questa patologia, che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, si manifesta infatti con sintomi di varia gravità, tra i quali l’interruzione della respirazione durante il sonno causata dall’occlusione delle vie aeree superiori, che può avere conseguenze anche gravi sull’organismo e va per questo trattata con estrema attenzione, ricorrendo, per esempio, a specifici trattamenti.
Tra le diverse opzioni terapeutiche oggi disponibili, la terapia posizionale per apnee si è dimostrata una delle più efficaci, risolvendo il problema a molti pazienti che, anche per lungo tempo, hanno avuto difficoltà ad avere un sonno riposante e benefico. In questo articolo, cercheremo di capire cosa sia esattamente la terapia posizionale per OSAS, come funziona e quali dispositivi sono disponibili per aiutare i pazienti a dormire meglio e ridurre il rischio di apnee notturne.
La terapia posizionale OSAS è una tecnica di trattamento delle apnee ostruttive del sonno che mira a prevenire le apnee notturne impedendo al paziente di dormire sulla schiena, la posizione in cui il disturbo è più comune. Quando una persona affetta da OSAS dorme sulla schiena, infatti, l’effetto della gravità può far collassare le vie aeree superiori, ostacolando il flusso d’aria e causando le apnee. La terapia posizionale cerca quindi di mantenere il paziente in una posizione laterale o prona durante il sonno, in maniera tale che le vie aeree tendano a rimanere più aperte e a favorire il riposo.
Dispositivi per terapia posizionale: quali sono i più efficaci
L’obiettivo di questa terapia è dunque quello di aiutare i pazienti a mantenere una determinata posizione durante il sonno, evitando quelle che favoriscono l’insorgere delle apnee. Proprio partendo da questo presupposto, sono stati sviluppati vari dispositivi per terapia posizionale. Uno dei più comuni in circolazione è il cuscino posizionale, progettato per offrire maggiore comodità quando ci si sdraia su un lato anziché sulla schiena in modo da spingere la persona a restare sul fianco, ma esistono anche altri supporti, come le fasce per il torace, che impediscono al paziente di girarsi sulla schiena durante la notte, o addirittura dispositivi elettronici intelligenti che rilevano la posizione del corpo e forniscono feedback per incoraggiare il sonno laterale.
Come dormire per evitare apnee notturne
Una corretta postura durante il sonno è fondamentale per prevenire le apnee notturne legate all’OSAS. Come visto in precedenza, infatti, posizioni come quella supina possono favorire il collasso delle vie aeree superiori e quindi aumentare il rischio di apnee, mentre dormire in posizione laterale o prona può aiutare a mantenere le vie aeree aperte. Sdraiarsi su un fianco è spesso la posizione più consigliata per i pazienti con OSAS, magari sfruttando il supporto di un cuscino posizionale che renda più confortevole la posizione. Anche dormire sulla pancia, però, può aiutare ad aprire le vie aeree, anche se questa posizione potrebbe non essere adatta a tutti e causare altre difficoltà in fase di riposo.
Il consiglio principale è, comunque, quello di evitare di dormire sulla schiena e, se si è inclini a girarsi durante il sonno, di scegliere dispositivi come le già citate fasce per il torace o cuscini speciali, che possono impedire questo movimento e mantenere il corpo in posizione laterale o prona.
Come funziona la terapia posizionale per OSAS
La terapia posizionale OSAS è risultata essere efficace per i pazienti con OSAS di entità lieve o moderata che presentano apnee principalmente quando dormono sulla schiena. Il trattamento inizia con una prima valutazione del sonno (polisonnografia), durante la quale vengono monitorate le abitudini di sonno e le apnee del paziente. In questa fase si registrano tutte le informazioni utili riguardanti le condizioni dell’individuo e si studia un protocollo di intervento: in genere, se risulta che le apnee sono legate alla posizione supina, il medico può raccomandare la terapia posizionale.
Una volta avviata la terapia, il paziente impara a dormire in posizione laterale o prona, evitando la posizione supina. Nei primi giorni è possibile che sia necessario un periodo di adattamento, tuttavia con i dispositivi di supporto e le strategie comportamentali adatti, il processo può risultare molto più agevole di quanto si pensi, facendo in modo di ottenere un risultato più rapido e altrettanto efficace. Le esperienze fatte nel corso del tempo hanno dimostrato come la terapia posizionale riesca a ridurre significativamente il numero di apnee notturne, migliorando di conseguenza la qualità del sonno e riducendo tutti i rischi per la salute associati all’OSAS.
Terapia posizionale OSAS: considerazioni conclusive
La terapia posizionale per OSAS risulta dunque essere una soluzione efficace per molti pazienti che si trovano a lottare quotidianamente con questo disturbo del sonno. Agendo sull’abitudine del paziente di dormire sulla schiena, questa particolare terapia riduce infatti il rischio di apnee notturne e migliora la qualità del riposo; tuttavia, come ogni trattamento medico va sempre valutata con l’aiuto di uno specialista: per determinare se la terapia posizionale sia la scelta giusta e per ricevere una consulenza adeguata sull’uso dei dispositivi di supporto, è infatti sempre consigliabile rivolgersi a un medico specializzato in medicina del sonno.
Con il trattamento adeguato, i pazienti affetti da OSAS possono godere di un sonno più riposante e migliorare la loro salute complessiva, eliminando un problema che nel lungo termine può diventare estremamente fastidioso oltre che pericoloso.