Spirometria: come si fa e a cosa serve
La spirometria è una procedura diagnostica che misura la quantità di aria che una persona può inspirare o espirare e con quale velocità. Si tratta di un esame che fornisce importanti informazioni sulla capacità polmonare e può aiutare a identificare una serie di problemi respiratori, come l’asma, la bronchite cronica e l’insufficienza polmonare.
Durante la spirometria, il paziente respira attraverso un dispositivo chiamato spirometro. Questo strumento registra i volumi d’aria e i flussi respiratori. La procedura è indolore e generalmente veloce, ma richiede la massima collaborazione del paziente per ottenere risultati accurati.
Spirometria: cos’è e come si svolge
La spirometria si svolge comunemente in ospedali, cliniche o studi medici ed è un esame diagnostico poco invasivo. La procedura è molto semplice: il paziente viene infatti invitato a respirare normalmente prima di eseguire alcune respirazioni profonde e, successivamente, esegue una forte espirazione nell’imboccatura dello spirometro.
Attraverso questo apparecchio, l’operatore registra i dati e ottiene una misurazione che viene poi confrontata con i valori di riferimento. In alcuni casi, al paziente può essere richiesto di inalare rapidamente dopo una normale espirazione.
Spirometria: valori normali e interpretazione dei risultati
I valori ottenuti tramite la spirometria possono variare in base a fattori come età, sesso e altezza. I risultati, in particolare, forniscono diverse misurazioni, tra cui la capacità vitale, il volume espiratorio forzato e il rapporto tra i due (FEV1/FVC).
Nei risultati della spirometria, il parametro chiave è proprio il FEV1 (Volume Espiratorio Forzato nel primo secondo). I valori normali di FEV1 sono considerati normali se compresi tra l’80% e il 120% del valore medio. Quando i risultati rientrano in questo intervallo, si indica una funzione polmonare adeguata, mentre valori al di fuori di questo range possono essere indicativi di potenziali problemi ostruttivi delle vie respiratorie, e dunque richiedere ulteriori approfondimenti per individuarne la causa.
Il rapporto tra FEV1 e FVC (Volume Vitale Forzato) è un altro elemento chiave nella valutazione della spirometria. In condizioni normali, questo rapporto dovrebbe situarsi intorno al 75-80%. Nei casi di malattie ostruttive, il FEV1 è spesso ridotto a causa di una maggiore resistenza delle vie aeree al flusso espiratorio. Un valore alterato di questo rapporto può essere un segnale di avvertimento di problemi polmonari che richiedono un’indagine più approfondita.
In ogni caso, quando si esegue la spirometria globale, è sempre bene affidarsi a un professionista della salute per la lettura dei dati e lasciare che sia lui a interpretare tutte le informazioni alla luce delle caratteristiche individuali del paziente.
Quando è consigliato eseguire la spirometria
La spirometria è un esame diagnostico molto utile per valutare le condizioni del paziente in diverse situazioni. In particolare, questo tipo di procedura viene prescritta quando si è in presenza di problemi respiratori, come asma o broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), per valutare le condizioni del paziente e calibrare le terapie sulla base di dati precisi.
Non solo, l’esame spirometrico è molto importante anche nelle valutazioni preoperatorie, soprattutto in caso di interventi chirurgici che richiedono anestesia generale e se il paziente ha una storia di problemi polmonari, al fine di evitare complicazioni, oppure per valutare l’efficacia di trattamenti eseguiti per problemi polmonari, per esempio quando si effettuano cambiamenti nella terapia dell’asma.
In alcune circostanze, poi, la spirometria può essere inclusa anche negli esami di routine per una valutazione più completa della salute respiratoria.
La spirometria è dunque uno strumento prezioso per valutare la salute polmonare, soprattutto nei pazienti che hanno sintomi respiratori persistenti e che sono a rischio di problemi di respirazione. La capacità polmonare è un aspetto cruciale della salute complessiva e la spirometria può contribuire a mantenere sotto controllo la funzionalità respiratoria, migliorando così lo stato di salute generale del paziente.