Quante e quali sono le fasi del sonno
Dormire non è un’attività monolitica; al contrario, il sonno è suddiviso in diverse fasi, ognuna con caratteristiche distintive. Comprendere le fasi del sonno è cruciale per valutare la qualità del riposo e comprendere i benefici che ognuna di esse offre al nostro organismo, oltre a essere fondamentale per capire meglio le problematiche connesse a uno scarso riposo. Ma allora in che fase del sonno si sogna? E quanto durano le fasi del sonno? Cerchiamo di approfondire tutti questi aspetti, descrivendo più nel dettaglio le caratteristiche delle singole fasi.
Le caratteristiche delle diverse fasi del sonno
Quando si dorme si attraversano diversi momenti, ognuno dei quali caratterizzato da particolari attività cerebrali. Schematizzando, si possono individuare tre periodi:
1. Sonno Leggero (NREM1 e NREM2)
Le fasi iniziali del sonno appartengono al cosiddetto sonno non-REM (NREM). Durante NREM1, entriamo in uno stato di transizione, da cui è facile svegliarsi. NREM2 è invece caratterizzato da un sonno leggero, con onde cerebrali più lente e intervallate da brevi scoppi di attività più veloce.
2. Sonno Profondo (NREM3 e NREM4)
NREM3 e NREM4 rappresentano la fase più profonda del sonno. Durante queste fasi, le onde cerebrali diventano più lente e sono associate al maggior riposo fisico e mentale. Il sonno profondo è essenziale per il recupero fisico, la crescita e la riparazione delle cellule.
3. Fase REM del sonno (Rapid Eye Movement)
La fase REM del sonno è quella in cui sogniamo di più. Durante questo stato, il cervello è attivo e produce i sogni. Si verifica un rapido movimento degli occhi, da cui deriva il nome. La fase REM è cruciale per il processo cognitivo e la memorizzazione.
Come funziona il ciclo del sonno
Il sonno segue dunque un ciclo ben preciso, passando attraverso queste fasi più volte durante la notte. Una completa sequenza di NREM e REM costituisce un ciclo del sonno, che dura circa 90-110 minuti. Durante la prima metà della notte, generalmente, predomina il sonno profondo, mentre la seconda metà è caratterizzata da fasi REM più lunghe.
Nella fase NREM, l’organismo attraversa una transizione dallo stato di veglia al sonno, che dura solitamente 5-10 minuti. Trattandosi di un sonno leggero, in questa fase è molto più facile risvegliarsi, mentre più avanti il sonno si fa più profondo. I 20 minuti successivi alla fase NREM sono, per esempio, quelli del sonno intermedio, di preparazione alle fasi successive, con riduzione della temperatura corporea e del battito cardiaco, quindi si entra nella fase NREM3, che dura circa 20-40 minuti e si caratterizza per un risveglio più difficile e attività di riparazione fisica e crescita, e subito dopo nella NREM4, quella del sonno profondo continuato. Quest’ultima rappresenta la fase più profonda del sonno, con onde cerebrali delta pronunciate, è essenziale per il riposo e il recupero fisico e può avere una durata variabile.
Dopo le fasi NREM si entra nella fase REM, detta anche del sonno paradosso, con attività cerebrale simile a quella della veglia, rapidi movimenti degli occhi e sogni più vividi. Quest’ultima fase del sonno risulta importante soprattutto per la memoria e il consolidamento delle informazioni.
L’importanza delle fasi profonde del sonno per il riposo organico
Dormire non è solo un periodo di inattività, ma anzi durante le fasi profonde del sonno, il nostro organismo svolge un complesso e vitale processo di riposo e riparazione. In particolare, le fasi del sonno profondo (NREM3 e NREM4) giocano un ruolo cruciale nel favorire il riposo a livello cardiovascolare, cerebrale e metabolico, per questo motivo chi vive disturbi del sonno di vario genere, come l’insonnia o le apnee ostruttive, può riscontrare notevoli difficoltà anche da sveglio.
Da un punto di vista del riposo cardiovascolare, per esempio, durante il sonno profondo, il cuore rallenta, riducendo la pressione sanguigna e offrendo un sollievo all’intero sistema, di conseguenza il riposo in questa fase è essenziale per la salute del cuore, poiché contribuisce a mantenere la stabilità della pressione sanguigna e a ridurre lo stress sul sistema cardiaco.
Le fasi profonde del sonno sono poi fondamentali per il riposo cerebrale, poiché il cervello può svolgere importanti attività di consolidamento della memoria, trasferendo informazioni dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine. Si ritiene, inoltre, che il sonno profondo favorisca la pulizia delle tossine cerebrali accumulate durante le attività quotidiane.
Non meno importante è, infine, il legame tra sonno profondo e riposo metabolico. Il corpo rilascia, infatti, in questa fase ormoni cruciali per la crescita e il ripristino dei tessuti, oltre a regolare la glicemia e il metabolismo degli zuccheri, svolgendo un ruolo chiave nella prevenzione di disturbi metabolici come il diabete.
Il riposo durante le fasi profonde del sonno è quindi fondamentale per il mantenimento della salute generale. Un sonno disturbato o privo di fasi profonde può compromettere questi processi vitali, contribuendo a problemi di salute cardiovascolare, difficoltà cognitive e squilibri metabolici. Ecco perché, in caso di problematiche del sonno, è opportuno intervenire rapidamente cercando di individuare innanzitutto le cause del disturbo, per esempio attraverso un esame polisonnografico, e poi adottando tutte le misure necessarie per risolverlo.
Abbracciare le fasi profonde del sonno non solo garantisce un riposo di qualità, ma fornisce anche un supporto decisivo per il nostro sistema cardiovascolare, cerebrale e metabolico: investire nella qualità del sonno è quindi un investimento diretto nella nostra salute a lungo termine.