Respiraire si adopera per le consegne nei tempi prefissati. Eventuali ritardi saranno imputabili a difficoltà che interessano la catena di trasporto e logistica, in alcuni periodi o comparti locali. Ignora
Guida per il trasporto e l’uso delle CPAP in aereo
Guida per il trasporto e l’uso delle CPAP in aereo
La cronaca di questi ultimi tempi ha portato all’onore dei media il caso di una studentessa a cui è stato impedito di viaggiare sui voli RyanAir a causa del suo disagio respiratorio, che la costringe a vivere costantemente assistita da un ventilatore polmonare acceso, ovviamente portando con sé un apparecchio di riserva per non correre il rischio di rimanere senza terapia anche solo un minuto nelle 24 ore. Le motivazioni addotte dalla compagnia non sono chiare, tanto da essersi risolte, a disagio arrecato, in modeste scuse “per uno spiacevole equivoco”
Estendendo la complessa e importante problematica della protagonista ai casi più comuni, vanno dunque distinte due aree di problemi, che fanno entrambe capo ad una sostanziale ignoranza clinica e tecnologica dei responsabili della sicurezza delle compagnie aeree e a volte delle autorità aeroportuali.
la presenza di gas infiammabili: NO! Chiunque utilizza un ventilatore di assistenza alla respirazione (tipicamente una CPAP) sa bene che non c’è assolutamente presenza di ossigeno nell’apparecchio, che si limita ad aiutare l’ingresso dell’aria nelle vie respiratorie ove meccanicamente ostruite (tipicamente i casi che si manifestano nelle apnee nel sonno) o per altri problemi clinici più gravi, ad esempio l’insufficienza del muscoli preposti agli atti inspiratori/espiratori, come la atrofia neuromuscolare SMA di cui è affetta la protagonista dell’episodio. Nei regolamenti delle autorità aeroportuali i casi di imbarco e uso di CPAP sono erroneamente assimilati alle problematiche del trasporto di bombole di ossigeno o altri gas infiammabili e sotto pressione, e sottoposti a ferrei divieti per i semplici viaggiatori.
La presenza di batterie e l’eventuale disturbo elettromagnetico delle apparecchiature di bordo. NO! Le batterie al litio dei ventilatori e dei concentratori sono equivalenti a quelle presenti in tutti gli smart devices, PC portatili compresi, (alcuni power bank accessori possono essere utilizzati sia per gli smart device sia per gli apparecchi respiratori) ai quali proprietari talvolta – ma è sempre più raro – si richiede di spegnerli per evitare queste potenziali conseguenze, per lo più in fase di decollo o atteraggio. Se la regola uguale per tutti viene rispettata, un solo apparecchio in funzione a bordo (un ventilatore o un concentratore) è ampiamente gestibile in caso di interferenze.
La presenza di emissione radiomagnetica. NO! Alcuni apparecchi CPAP delle ultime generazioni sono dotate di un protocollo di trasmissione dati tramite SIM (come un telefono portatile) per l’uso in telemedicina. Come i telefoni, anche queste macchine sono dotate di “modalità aereo” e quindi decadono i motivi prudenziali.
Per superare questi vincolo in genere è sufficiente mostrare la certificazione FAA presente sull’etichetta dell’apparecchio o confrontare il proprio modello con la lista di apparecchi accettati dalla compagnia aerea o dall’autorità aeroportuale. È utile anche avere una certificazione medica che indica i parametri terapeutici con indicazione “supporto vitale” e le caratteristiche della macchina. Infine, per velocizzare i check-in più snelli nelle procedure, può essere utile dotarsi dell’etichetta “medical device”, riconoscibile in tutto il mondo che indica la necessità dell’ imbarco e eventualmente dell’uso a bordo e l’intenzione di non volersene separare.
In ogni caso è sempre necessario, e a volte sufficiente, avvertire prima della prenotazione e con largo anticipo le proprie necessità, rivolgendosi al Servizio Clienti delle Compagnie aeree.