Cos’è il sonnambulismo e quali sono le cause
Tanto affascinante quanto – in alcuni casi – preoccupante, il sonnambulismo è uno dei disturbi del sonno forse più conosciuti. Quando si presenta, chi ne soffre può camminare, parlare o compiere azioni complesse mentre dorme, senza esserne consapevole. Se da bambini il fenomeno è piuttosto comune e tende a scomparire con la crescita, negli adulti può diventare un problema serio, soprattutto quando si verificano episodi pericolosi. Ma quali sono le cause di questo comportamento? E soprattutto, come si può affrontare?
Cos’è il sonnambulismo e come si manifesta
Una persona sonnambula, pur essendo ancora addormentata, si alza dal letto e compie azioni inconsapevoli. Accade nelle fasi di sonno profondo, più precisamente nella fase NREM, e può durare da pochi secondi a diversi minuti.
Chi è sonnambulo appare vigile, ha gli occhi aperti e può persino rispondere a domande in modo confuso. Tutto però avviene senza una reale coscienza di ciò che sta facendo. Al mattino, infatti, non ricorda nulla dell’accaduto.
La maggior parte degli episodi sono innocui e si risolvono con il ritorno spontaneo a letto, altri invece possono essere più complessi: c’è chi si veste, chi apre porte e finestre, chi tenta di cucinare o addirittura chi esce di casa, mettendo a rischio la propria sicurezza.
Le cause principali del sonnambulismo
Le origini del sonnambulismo non sono ancora del tutto chiare, ma la genetica gioca un ruolo importante. Se uno dei genitori ne ha sofferto, c’è una maggiore probabilità che anche i figli ne siano soggetti. Oltre alla predisposizione familiare, però, ci sono altri fattori che possono scatenarlo.
Il sonno disturbato è tra le principali cause. Dormire poche ore o avere un riposo frammentato aumenta il rischio di episodi. Anche lo stress gioca un ruolo determinante: ansia, preoccupazioni o eventi emotivamente intensi possono alterare il ciclo del sonno e favorire il sonnambulismo. Nei bambini, episodi isolati possono comparire in concomitanza con la febbre alta, mentre negli adulti possono essere legati a disturbi del sonno come l’apnea notturna. Alcuni farmaci, alcol e sostanze che agiscono sul sistema nervoso centrale possono anch’essi aumentare la probabilità di episodi notturni.
Sonnambulismo nei bambini: come affrontarlo
Il sonnambulismo è un fenomeno abbastanza comune nei più piccoli. Chiariamo subito, però, che di solito non è motivo di preoccupazione. In genere, si manifesta tra i 4 e i 12 anni e scompare spontaneamente con la crescita.
Ma come va affrontato? Per i genitori, il primo passo è garantire che il bambino dorma a sufficienza. Un riposo regolare riduce il rischio di episodi. L’obiettivo può essere raggiunto creando una routine serena prima di dormire. Evitare stimoli intensi come videogiochi o televisione, può favorire, per esempio, un sonno più tranquillo. Se il bambino si alza nel cuore della notte, è poi importante non svegliarlo bruscamente, ma accompagnarlo dolcemente a letto.
Attenzione anche all’ambiente circostante. Meglio rimuovere oggetti con cui potrebbe farsi male, chiudere finestre e bloccare eventuali accessi pericolosi, in modo da prevenire possibili incidenti. Se gli episodi diventano frequenti o particolarmente complessi, può essere utile consultare un medico per escludere altre problematiche del sonno.
Sonnambulismo negli adulti: rischi e precauzioni
Se nei bambini il sonnambulismo è generalmente innocuo, negli adulti può diventare un problema serio. Gli episodi possono essere più frequenti e coinvolgere comportamenti rischiosi, come tentare di guidare un’auto o usare oggetti pericolosi.
Una delle prime precauzioni è mantenere un ciclo di sonno regolare. Dormire troppo poco o soffrire di insonnia può aumentare il rischio di sonnambulismo. Anche il consumo di alcol o di farmaci sedativi dovrebbe essere tenuto sotto controllo, poiché possono interferire con le fasi del sonno e favorire episodi.
Creare un ambiente sicuro è altrettanto fondamentale. Se si vive con un sonnambulo, è opportuno innanzitutto fare in modo di impedire l’accesso a balconi e porte di casa durante la notte. Per ridurre gli episodi, è poi possibile ricorrere a tecniche di rilassamento o alla terapia cognitivo-comportamentale. Quando il sonnambulismo diventa, però, un disturbo cronico e interferisce con la qualità della vita, un consulto medico può aiutare a trovare la soluzione più adeguata.
Cosa succede se svegli un sonnambulo?
Non svegliare mai un sonnambulo! Quante volte avremo sentito dire questa frase. Si tratta di uno dei miti più diffusi sull’argomento. Ma quanto c’è di vero? La persona potrebbe davvero incorrere in problemi seri? Non proprio. Più che di rischi veri e propri per l’incolumità, il risveglio improvviso potrebbe portare a reazioni confuse o agitate. C’è chi si spaventa, ma anche chi diventa aggressivo o perde l’equilibrio. Il pericolo può dunque derivare, più che altro, dalle conseguenze di queste risposte incontrollate.
Se ci si trova di fronte a un sonnambulo, la soluzione migliore è sicuramente quella di evitare di scuoterlo o di parlargli con tono troppo alto. Meglio accompagnarlo con calma verso il letto, usando una voce tranquilla e rassicurante. Se non oppone resistenza, tornerà a dormire senza problemi.
Consigli utili per gestire il sonnambulismo
Ma il sonnambulismo si può curare? In realtà, non sono necessari trattamenti medici. Non si tratta di una patologia e delle semplici accortezze possono fare la differenza nel ridurre gli episodi e migliorare la qualità del sonno.
Cominciamo, per esempio, a mantenere orari regolari per dormire. Il corpo ha bisogno di una routine stabile per evitare risvegli notturni e ridurre il rischio di sonnambulismo. Altrettanto importante è creare un ambiente sicuro: eliminare ostacoli, chiudere porte e finestre e, se necessario, utilizzare allarmi da porte può prevenire situazioni pericolose.
Per favorire un riposo più sereno, è utile infine praticare attività rilassanti prima di dormire, come leggere un libro, fare meditazione o bere una tisana. A tal proposito, meglio evitare l’assunzione di alcol o farmaci sedativi poco prima di andare a letto, poiché possono alterare il ciclo del sonno e aumentare la probabilità di episodi.
Se il sonnambulismo diventa frequente o si trasforma in un rischio concreto, è però consigliabile consultare uno specialista del sonno. È questa infatti la soluzione migliore per individuare eventuali cause sottostanti e trovare il trattamento più adatto.