Parlare nel sonno: perché succede e come smettere
Parlare nel sonno – o per usare un termine clinico il “sonniloquio” – è molto più comune di quanto si pensi. E colpisce persone di tutte le età. Spesso si trasforma in un motivo di risate in famiglia, ma a volte può diventare fonte di curiosità o preoccupazione.
Cerchiamo allora di capire perché la nostra voce talvolta decide di attivarsi mentre il resto del corpo riposa. Come questo fenomeno cambia dall’infanzia all’età adulta, e soprattutto, quali strategie possiamo adottare per gestirlo?
Sonniloquio: cos’è e come si manifesta
Il sonniloquio è il parlare durante il sonno, senza esserne consapevoli. Si tratta di un fenomeno abbastanza comune che può manifestarsi in vari modi. Non è raro infatti passare da semplici mormorii quasi incomprensibili fino a discorsi articolati e persino conversazioni complete. L’elemento comune è che la persona non ne conserva alcun ricordo al risveglio.
Questo curioso comportamento può verificarsi durante diverse fasi del sonno. È più frequente però durante il sonno leggero o nei momenti di transizione tra le diverse fasi. Durante il sonno profondo, il cervello è troppo occupato nei processi di recupero per produrre discorsi, mentre durante la fase REM (quella dei sogni vividi), i nostri muscoli sono temporaneamente inibiti. Questo meccanismo protettivo ci impedisce di “recitare” fisicamente i nostri sogni, che invece il sonniloquio esprime vocalmente.
Le cause principali del parlare nel sonno
Ma perché si parla nel sonno? Come mai alcune persone tengono conversazioni notturne mentre altre dormono in silenzio? Le cause del sonniloquio sono variegate e spesso interconnesse, come pezzi di un puzzle complesso.
Lo stress e l’ansia sono tra i principali responsabili. Una mente attiva e preoccupata può continuare a “processare” pensieri anche durante il sonno. È come se il nostro subconscio, non avendo avuto sufficiente tempo durante il giorno, decidesse di fare gli straordinari notturni.
La privazione del sonno rappresenta un altro fattore significativo. Quando non dormiamo a sufficienza, il nostro corpo cerca di recuperare saltando alcune normali transizioni nei cicli del sonno. Si crea, insomma, una sorta di cortocircuito nei normali processi cerebrali, che può manifestarsi in un sonniloquio.
Da non sottovalutare anche altri fattori di alterazione del sonno. Pensiamo alla febbre e altre malattie temporanee, all’assunzione di alcuni farmaci o al consumo di alcol prima di coricarsi.
Il sonniloquio può presentarsi insieme anche ad altri disturbi del sonno. Il fenomeno è infatti frequente in chi soffre di sonnambulismo o apnea notturna. Chi soffre di russamento, in particolare, ha maggiori probabilità di parlare durante il sonno. Questo perché entrambi i fenomeni possono derivare da interruzioni nel normale ciclo del riposo.
Attenzione infine al legame tra demenza senile e parlare nel sonno. Negli anziani, un aumento improvviso del sonniloquio, specialmente se accompagnato da confusione al risveglio, può rappresentare un segnale di cambiamenti neurologici che meritano una valutazione medica professionale.
Sonniloquio nei bambini e negli adulti: differenze e frequenza
I bambini sono i campioni indiscussi del parlare nel sonno. Circa il 50% dei piccoli sotto i 10 anni parla occasionalmente mentre dorme. Questo comportamento è generalmente considerato parte del normale sviluppo neurologico e tende a diminuire con l’età, come molti altri fenomeni transitori dell’infanzia.
Negli adulti, la prevalenza scende al 5-10%. Gli episodi diventano meno frequenti ma possono essere più articolati e complessi. I bambini tendono a emettere suoni o parole semplici, spesso legate ai loro interessi quotidiani, invece gli adulti possono arrivare a pronunciare frasi complete o avere conversazioni strutturate, più legate alle preoccupazioni e attività del momento.
La differenza più significativa risiede nella percezione sociale. Se nei bambini il sonniloquio viene spesso considerato tenero o divertente, negli adulti può diventare fonte di imbarazzo o disturbo per il partner.
Come non parlare nel sonno: rimedi e soluzioni efficaci
Se il sonniloquio è occasionale, probabilmente si può continuare a dormire sonni relativamente tranquilli. Ma se per qualsiasi motivo si è interessati a porvi rimedio, ecco qualche strategia.
Innanzitutto, lo stress. Tecniche di rilassamento prima di dormire sono fondamentali: meditazione, respirazione profonda, o anche leggere qualche pagina di un buon libro. L’obiettivo è far arrivare il cervello a letto già mezzo addormentato, non ancora impegnato a ripensare a qualcosa.
Anche la routine è un’ottima amica. Il corpo adora la prevedibilità. Andare a letto e svegliarsi sempre alla stessa ora può fare miracoli. L’orologio biologico ti ringrazierà.
Meglio, poi, fare amicizia con il buon senso alimentare: caffeina e alcol prima di dormire sono da bandire. E quei deliziosi pasti pesanti serali? Sono l’equivalente di dare al corpo un puzzle complesso da risolvere proprio quando dovrebbe stare riposando.
Anche l’ambiente conta: temperatura fresca ma non glaciale, buio e silenzio. Il cervello dovrebbe capire che è il momento di chiudere tutto.
Nonostante tutto si continua a parlare nel sonno e aaaa soffrire di altre difficoltà, come risvegli frequenti o stanchezza cronica? Potrebbe essere allora il momento di parlare con un medico. E magari di eseguire esami del sonno per capire se il sonniloquio è solo una simpatica eccentricità o se sta cercando di dire qualcosa di più importante.
Conclusioni: il sonniloquio è sempre un problema?
La risposta è rassicurante. Nella maggior parte dei casi, non è un problema serio. Il parlare nel sonno, sebbene curioso e talvolta fonte di aneddoti familiari divertenti, è di solito un fenomeno benigno che non richiede interventi specifici. Spesso rappresenta semplicemente un’espressione temporanea del nostro subconscio o una reazione passeggera a situazioni di stress.
Quando il sonniloquio diventa regolare, particolarmente vivido o si accompagna ad altri disturbi del sonno, può essere però utile considerarlo un segnale da approfondire. Non tanto per il parlare in sé, quanto per ciò che potrebbe indicare riguardo alla qualità complessiva del nostro riposo.
Il sonno rappresenta un elemento fondamentale del nostro benessere fisico e mentale. Imparare a riconoscere e interpretare i segnali che il nostro corpo ci invia durante la notte, inclusi quelli verbali, può essere un passo importante verso uno stile di vita più equilibrato e un riposo più ristoratore.
Dopotutto, anche quando parliamo nel sonno, il nostro corpo sta cercando di comunicare qualcosa. Forse, a volte, vale la pena ascoltare.