Il concentratore portatile più leggero è il modello Inogen G4, con 1,7kg ma in generale i concentratori portatili non superano i 3,5kg
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La ventilazione meccanica a pressione positiva continua (comunemente chiamata CPAP, sigla di Continuous Positive Airway Pressure) è il sistema più comune di ventilazione respiratoria nel trattamento delle apnee del sonno.
Il sistema CPAP fu inventato nel 1980 dal Prof. Colin Sullivan della University of Sydney.
V-PAP o B-PAP (Variable/Bilevel Positive Airway Pressure) fornisce al paziente in terapia ventilatoria un livello di pressione dedicato all’inspirazione (IPAP) e uno all’espirazione (EPAP).
Automatic Positive Airway Pressure fornisce automaticamente al paziente una titolazione, o regolazione, della pressione, impostandola sul valore minimo necessario a mantenere la pervietà delle vie aeree respiro dopo respiro e misurando la resistenza degli atti respiratori del paziente; di conseguenza offre al paziente la giusta pressione richiesta in quel dato momento, evitando i compromessi derivanti dalla pressione fissa.
La cosiddetta “rampa” viene usata per raggiungere la pressione della macchina CPAP prescritta e permettendo all’utente di prendere sonno dolcemente.
La pressione aumenta gradualmente in un arco di tempo che può essere stabilito al momento dell’installazione o successivamente, dal paziente stesso, seguendo le istruzioni.
Quasi tutti i ventilatori respiratori ne sono dotati. In alcuni apparecchi la rampa si regola da solo (autoramp) avvertendo il sopraggiungere del sonno.
Per la terapia CPAP è preferibile utilizzare la maschera nasale, ma non sempre è quella più adatta o sopportata dal paziente.
Infatti nei casi di ostruzione delle vie aeree che inducono al sonno a bocca aperta sarà necessario l’utilizzo della maschera oronasale.
L’adattamento alla terapia ventilatoria CPAP può a prima impressione sembrare complessa, al solo pensiero di dormire con una maschera e un tubo collegato alla macchina.
In realtà i benefici sul riposo sono tali che ben presto se ne avverte la differenza e si dimentica il disagio, costituito perlopiù nel ricordarsi di indossare la maschera un attimo prima di dormire, alcuni minuti prima di addormetarsi e alcune abitudini di piccola manutenzione quotidiana.
Non pochi pazienti ammettono di aver cambiato vita, spesso con soddisfazione anche dei loro partners che a loro volta subivano il disturbo del russamento.
Peraltro, le macchine sono silenziose (se ne avverte tutt’al più un lieve sibilo).
Il tubo flessibile non intralcia il movimento e la maschera è molto morbida e sono disponibili vari modelli a seconda della conformazione del viso.
Le apparecchiature CPAP, studiate per alleviare i problemi del sonno, sono studiate per non arrecarne altri, come rumori notturni fastidiosi.
L’eventuale emissione di rumore può essere dovuto a cause momentanee (imperfetto montaggio degli elementi prima dell’accensione), di igiene (pulizia delle vie espiratorie), o manutenzione (polvere nei filtri).
Il paziente imparerà presto a riconoscere e rimediare ai piccoli problemi.
In caso contrario, rivolgendosi ai tecnici Respiraire potrà richiedere diagnosi e riparazione necessarie.
In caso di perdite di aria dall’impianto di ventilazione CPAP, bisogna identificarne con precisione la sorgente, ma nella stragrande maggioranze dei casi il problema è l’aderenza della maschera al volto.
Il rimedio è nella corretta regolazione e posizionamento delle fibbie. In alcuni casi, avvertibili nelle prime notti di terapia, agli spifferi si rimedia sostituendo la maschera con altri modelli. Infine, quando la fuoriuscita dell’aria arriva dall’apparecchio CPAP, una volta verificato il corretto montaggio delle parti mobili, può essere richiesto un intervento di verifica.
La pressione necessaria viene usualmente determinata da un medico dopo l’analisi di uno studio polisonnografico eseguito sotto la supervisione di un tecnico del sonno durante uno studio notturno in un laboratorio del sonno.
La pressione titrata è la pressione dell’aria a cui la maggioranza, se non la totalità, delle apnee e delle ipopnee viene prevenuta. Solitamente la pressione si misura in centimetri d’acqua (cmH20). Una tipica macchina PAP può fornire pressioni tra i 4 ed i 20 cm d’acqua; unità più specializzate possono fornire pressioni fino a 25 o 30 cm, I tecnici Respiraire, sulla base delle indicazioni terapeutiche impostano la corretta pressione sull’apparecchio.
La durata della terapia dipende dalle indicazioni fornite dal medico che ha diagnosticato la patologia.
In alcuni casi la terapia è indispensabile fino alla soluzione della patologia scatenante, ad esempio un calo di peso del paziente o alla moderazione alimentare quando la causa del russamento è ascrivibile a questi motivi.
Nel caso di patologie fisiologiche croniche (ad esempio, la deviazione del setto nasale o il rilassamento delle pareti nelle vie respiratorie associato all’età) è possibile che venga consigliato l’uso permanente, tutt’al più con brevi periodi di pausa.
Non tutti i pazienti tollerano facilmente la terapia. Con l’abitudine, e con gli effetti benefici che non tarderanno a manifestarsi, alcuni pazienti non se ne priverebbero più. In ogni caso, a distanza di un mese dalla prima attivazione sarà cura di Respiraire accertarsi della buona riuscita della terapia ed eventualmente concordare modalità ed accessori per renderla più agevole.
In linea di massima l’apparecchio non richiede manutenzione salvo malfunzionamenti.
Tra gli accessori, invece, periodicamente sarà necessario sostituire gli elementi filtranti, il tubo e la maschera, in base alla modalità d’uso e dal suo ambiente, e il serbatoio dell’umidificatore, quando la manutenzione ordinaria non fosse sufficiente per rimuovere depositi e calcare.
In ogni caso, a cadenze periodiche sarà cura di Respiraire avvisare il paziente della potenziale usura ed eventualmente concordare modalità di sostituzione o manutenzione straordinaria.
L’ossigenoterapia (a volte denominata supplementazione d’ossigeno) è la somministrazione di ossigeno in aggiunta o integrazione di una terapia, per pazienti in insufficienza repiratoria cronica o acuta.
L’ossigeno è essenziale per il metabolismo cellulare e dunque per tutte le funzioni fisiologiche.
L’ossigenoterapia aumenta l’apporto di ossigeno ai polmoni quando il paziente è affetto da ipossia e/o ipossiemia.
L’ossigenoterapia a lungo termine aumenta la sopravvivenza e la qualità della vita dei soggetti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva .
I generatori di ossigeno rappresentano una fonte di ossigeno pratica ed efficiente. Sono sicuri, economici, e più convenienti rispetto ai serbatoi di ossigeno od alle classiche bombole.
I concentratori più recenti sono dispositivi tecnicamente realizzati per erogare aria arricchita di ossigeno fino al 90-95%, con variazioni non superiori a ±3% a seconda dell’entità del flusso.
La durata delle batterie del concentratore dipende dalla loro integrità, dall’intensità e durata del flusso, dalle condizioni ambientali.
In condizioni ottimali, può durare fino a 8 ore, dopodichè deve essere ricaricato alla rete elettrica o alla presa dell’auto.
Il concentratore portatile più leggero è il modello Inogen G4, con 1,7kg ma in generale i concentratori portatili non superano i 3,5kg
Il concentratore portatile è normalmente dotato sia del cavo di alimentazione per la presa al muro sia del cavo per la presa accendisigari dell’auto.
La maggior parte dei concentratori di ossigeno sono approvati dalle Autorità Internazionali preposte al volo.